La storia

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Il Mirage Windsurfing Club fu fondato nel 1981 da Mauro Granone, Bruno Grigolin, Daniela Milani e Rita Frati.

Nel tempo il club si è evoluto in due associazioni distinte: il Mirage Windsurfing Club (che conserva intergralmente il nome originale) e il Mirage Club (che prosegue l’attività del nucleo inziale).

In vent’anni sono stati tanti i soci iscritti, 15 di essi lo sono da sempre e hanno vissuto tutte le stagioni; hanno aspettato il vento e le onde, ma anche giocato a beach volley, nuotato, sorriso, lavorato perché il club fosse migliore: Umberto Bottaro (Oriens), Lazzaro Bruzzone (Gino il Ferroviere), Gian Cabiati, Alberto Canepari, Renzo Caviglia, Sergio Cola, Pierluigi De Benedetti (PG), Paolo Fasce (Trenette), Mauro Granone, Bruno Grigolin, Antonio Licheri, Roberto Maranzano (Maran), Tullio Mazzotti, Piero Patelli, Rosa Rebagliati.

Il primo anno eravamo “in affitto” presso i Bagni Sport; Massimo Rebagliati era l’istruttore “ufficiale”.

Poi l’anno dopo ci trasferimmo ai Bagni Aurelia, sempre “ospiti”, 50 metri a ovest verso Savona.

Era uno stabilimento balneare particolare perché aveva la piscina, una delle poche in Liguria con acqua di mare, ma anche una “reception” piccolissima, nessuna club house, ne fissa ne precaria.  Altro particolare era che aveva la spiaggia molto ridotta e il mare, in occasione delle mareggiate, arrivava a lambire le cabine che erano in muratura e costruite sotto il lungomare di Albisola

La struttura era di proprietà demaniale in concessione al Comune di Albissola Marina, che a sua volta aveva stipulato una convenzione con l’Amatori Nuoto Savona per la gestione dell’impianto. Dopo un anno, problemi di collaudo impedirono la riapertura al pubblico della struttura cosicché ci trovammo tortocollo in “mezzo a una strada” o meglio in mezzo a una spiaggia, senza averne nessun titolo.

Nel frattempo, il nucleo dei soci con diritto di voto, inizialmente formato solo dai fondatori, si era allargato. Un manipolo di surfisti formava, unito e volenteroso, l’ossatura del club, il cui presidente era Mauro Granone, colui che coraggiosamente, pur di far continuare a vivere il Mirage, decise di resistere a tre ingiunzioni di sgombero da parte della Capitaneria di Porto e conseguentemente venne denunciato, processato e condannato per occupazione abusiva di suolo pubblico.

Quel atto, anarchico, coraggioso, merita di essere ricordato, innanzi tutto perché permise ai soci di continuare a surfare, ma sopratutto perché dichiarava inequivocabilmente l’aspirazione ad avere una propria autonomia logistica. Si sperava infatti, resistendo alle ingiunzioni di sgombero, di avviare, forzatamente, un iter burocratico che portasse ad avere in gestione direttamente una porzione di spiaggia. Così avvenne.

Il 20 giugno 1986 il Comune di Albissola Marina, sindaco il Dr. Franco Gervasio, nel corso di un accesissimo consiglio comunale che aveva visto parte dell’opposizione abbandonare l’aula, approvò, delibera n° 86, una convenzione con il Mirage Windsurfing Club che prevedeva la gestione della spiaggia da parte del nostro sodalizio a fronte dei costi di ristrutturazione della piscina.

Il 5 luglio e il 15 luglio 1986, nel corso di un’assemblea straordinaria dei soci e di un consiglio direttivo si decise, con voto unanime, che i costi di tale impresa sarebbero stati coperti da 4 soci: Sergio Cola, Mauro Granone, Roberto Maranzano e Claudio Petrini. Altri fondi vennero recuperati attraverso un anticipo delle quote associative.

Quella decisione, di taglio imprenditoriale ne scartava inesorabilmente altre.


Il 5 settembre , verificato il buon andamento dei lavori di ristrutturazione, davanti al Notaio Mario Zanobini di Savona, Claudio Dottino, in qualità di Vicesindaco del Comune di Albissola Marina, e Mauro Granone, in qualità di Presidente, firmano la convenzione che affidava al Mirage la gestione della Piscina e dell’arenile annesso.

Il 7 settembre 1986 con una serata di gala veniva inaugurata la nuova piscina Aurelia.

Il 30 agosto 1991 un altra serata di gala ricordava i primi 10 anni di attività.

Quei 5 anni furono straordinari, credo per tutti noi che li vivemmo. Surfate meravigliose, la mareggiata epica del 27 febbraio 1989, cene tipo “Hanimal House”, trasferte in terra francese alla ricerca del vento, gogliardia e amicizia segnano i nostri ricordi.

Piano piano, accanto a una vita sana di spiaggia, però cresceva un disagio che affondava le sue ragioni in due visioni diverse di affrontare la grande opportunità che stavamo vivendo.

Da una parte lo spirito imprenditoriale, indomito e intraprendente, di coloro che, avendo investito del denaro, desideravano far crescere il club superando, incrementando, giustamente, l’idea iniziale di solo windsurf.

Dall’altra l’esigenza di coloro che dichiaravano di volere solo e unicamente lo sviluppo di un’attività sportiva legata alla vela.

La scelta fatta nel luglio 1986, basata su un rapporto di sana fiducia, era però incompleta dal punto di vista delle reciproche garanzie.

Il 23 aprile 1992 l’assemblea dei soci deliberava unanime, cercando rimedio, di modificare l’articolo 3 dello statuto “creando” due sezioni: la Sezione Velica e la Sezione Sportiva.

Quella soluzione, per cui io mi adoperai, non fu però sufficiente a placare gli animi di coloro che erano, e sono, più avvezzi al “mugugno” che a costruire.

Capita a volte che sia necessario prendere delle decisioni, delegare non serve; l’unico “faro” è l’onesta intellettuale, rara dote, forse, in quest’epoca, ma che comunque rimane un solido valore morale. Prendere decisioni non mi pesa, a volte faccio il giusto, in altre occasioni sbaglio.

Qualcuno comunque deve pur decidere.

Decisi, dopo averne dibattuto con Mauro, di spingere oltre la divisione del club in due sezioni arrivando alla costituzione di due associazioni distinte, con piena autonomia e convenzioni separate, nei rapporti con il Comune.

Quella scelta dispiacque a Mauro Granone, ai suoi colleghi di avventura, Sergio Cola e Roberto Maranzano, ma anche a tutti coloro che vivevano, come noi, il Mirage come parte integrante della nostra vita.

Il 10 marzo 1994 davanti al notaio Firpo in Savona si ufficializzava la divisione del club in due associazioni sportive: il Mirage Windsurfing Club (sezione velica) si rifondava mantenendo il nome, il Mirage Club (sezione sportiva che manteneva la partita IVA) continuava la sua vita.

Credo che quella fu una decisione giusta, sofferta.

Tullio Mazzotti